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Gruppo editoriale AMR 
Direttore Ninni Raimondi
 
Come prendere una mano di terzaroli, la manovra in 10 semplici mosse
 
Come prendere una mano di terzaroli, la manovra in 10 semplici mosse 
 
La presa di una mano di terzaroli viene di solito percepita come un’azione complicata da chi è alle prime armi, sia per l’alto numero di elementi che entrano in scena, sia per le condizioni meteo che vanno peggiorando. Scopriremo, invece, che in realtà con qualche accorgimento si tratta di una manovra molto semplice.  
Cominciamo! 
 
Quando va presa una mano di terzaroli? 
Non esiste una risposta univoca alla domanda, devi prendere in considerazione alcuni comportamenti della barca come lo sbandamento eccessivo, la tendenza dello scafo a orzare, e il timone sempre più rigido. Questi segnali sono molto più evidenti in un andatura di bolina, dove il vento apparente e le condizioni del mare sono maggiormente avvertibili, mentre un andatura portante potrebbe indurti a sottovalutare la situazione perchè le condizioni all’apparenza sembrano più calme.  
 
La manovra viene sempre rimandata più a lungo possibile fin quando non è evidente che qualcosa non va e a quel punto diventa molto più difficile per l’aggravarsi delle condizioni.  
Occorre quindi valutare la situazione con occhio più oggettivo possibile, e agire con il massimo anticipo.  
Tra la gente di mare circola un detto che da una risposta semplice e per questo efficacissima alla questione: la mano di terzaroli va presa quando ci sfiora per prima l’idea di ridurre la vela. 
 
Va aperta una piccola parentesi per quanto riguarda i catamarani da crociera.  
Il catamarano non sbanda e i segnali sono molto più difficili da cogliere, quindi il costruttore solitamente fornisce una comoda tabella che indica le condizioni di vento limite per ogni mano di terzaroli. 
 
 
 
Borose
 
 
Terminologia della presa di terzaroli 
Circuito della borosa:  
è la manovra corrente che una volta cazzata permetterà di creare un nuovo punto di scotta esercitando una pressione verso il basso e verso poppa sulla randa.  
Le barche recenti hanno un doppio circuito di borosa, in cui la brancarella di prua viene sostituita da una seconda puleggia che permette di effettuare la manovra senza dover andare fisicamente all’albero. 
 
Brancarelle:  
si trovano solo nelle barche meno recenti e sono delle aperture ad anello vicino all’inferitura che diventeranno il nuovo punto di mura della randa. 
 
Gancio di trozza:  
si tratta di un gancio posto dove il boma incontra l’albero, va infilato dentro le brancarelle per esercitare una pressione verso il basso quando la drizza verrà nuovamente cazzata. 
 
Matafioni:  
nella maggioranza delle barche troveremo un lazy bag che accoglie la pancia della randa in eccesso, ma in sua assenza dovremo neccessario avvolgere la vela con dei nastri, detti appunto matafioni. 
 
Come prendere una mano di terzaroli, la manovra in 10 semplici mosse 
Seguire un andatura di bolina stretta 
Lascare scotta, vang e cunningham 
Cazzare l’amantiglio 
Lascare la drizza 
Collegare il gancio di trozza alla brancarella 
Cazzare la borosa 
Cazzare la drizza 
Fissare la randa avanzata con i matafioni 
Regolare scotta, vang e cunningham 
Lascare l’amantiglio 
 
 
 
Prendere i terzaroli
 
 
1) Il momento di ridurre è arrivato, il vento rinforza e la barca non ti risponde come dovrebbe. Assicurati che le borose siano armate, che i membri dell’equipaggio siano consapevoli dei propri ruoli e assicurati alla life line.  
La prima cosa da fare è togliere potenza alla randa in modo da poterla ammainare in comodità.  
Orza fino a raggiungere la bolina stretta al limite con l’angolo morto. 
 
2) Mentre il fiocco continua a portare lasca la scotta e il vang in modo che la randa fileggi.  
Se fosse presente non dimenticare di lascare il cunningham che tende l’inferitura. 
 
3) Siccome stai per ammainare la vela, è necessario tesare l’amantiglio o il boma verrà giù lascando la drizza. 
 
4) Lasca la drizza della randa, in modo che sia il punto in cui passa la borosa a poppa che le brancarelle siano adagiati sul boma. 
 
5) Se la barca è dotata di borosa a doppio circuito puoi ignorare questo passaggio.  
Se invece la barca ha qualche anno, una devi andare all’albero e infilare il gancio di trozza dentro la brancarella in modo da creare il nuovo punto di mura. 
 
6) Cazza la borosa fino a fine corsa, per tesare la randa verso poppa e verso il basso in modo da creare il nuovo punto di scotta.  
Se è presente un doppio circuito cazzando la borosa anche l’inferitura della randa verrà tesata verso il basso. 
 
7) Cazza la drizza della randa fino a quando l’inferitura non è ben tesa.  
A questo punto  la randa assumerà di nuovo una bella forma triangolare senza pieghe. 
 
8) Se la barca è dotata di lazy bag la vela in eccesso ci si adagia dentro comodamente.  
Se invece ne è sprovvista devi assicurare la randa avanzata al boma tramite i matafioni.  
È sicuramente la fase più delicata perché richiede di muoverti sul ponte in condizioni impegnative, perciò va effettuata con la massima cautela. 
 
9) Regola la scotta e il vang (ed eventualmente il cunningham) e la randa tornerà nuovamente a lavorare in modo ottimale. 
 
10) Lasca l’amantiglio per lasciarlo in bando e la manovra sarà terminata. 
 
 
 
Impiombatura e moschettone tessile
 
 
Come si può vedere con qualche accorgimento la manovra viene semplificata notevolmente.  
Installando un lazy bag e un un doppio circuito di borosa si potranno svolgere tutti i passaggi senza uscire dal pozzetto, riducendo al minimo i rischi soprattutto se si procederà con tempestività finché le condizioni saranno favorevoli. 
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Glossario: 
Borosa:
La borosa è una manovra corrente (e molto spesso più di una) che permette di ridurre la superficie della randa, in caso di vento forte o in caso di ingresso in porto con motore in avaria.
Cazzare:
Nella manovra navale, tirare al massimo, riferito specialmente alle scotte e alle mure.
Lascare:
Nella manovra navale, lasciare, allentare riferito alle scotte
Scotta:
La scotta è una manovra corrente che consente di modificare l'orientazione di una vela, cioè di bordarla in base all'andatura. Viene cazzata o lascata per avvicinare o allontanare il punto di scotta della vela dell'asse longitudinale della barca, chiudendolo o allargandolo.
Punto di scotta:
Il punto di scotta è l'angolo "libero" della vela, al quale viene fissata la scotta (il caso della randa con il boma è un po' diverso, ma il concetto non cambia). I tre lati della vela si chiamano base, bordo di inferitura (la caduta prodiera) e balumina (la caduta poppiera).
Punto di mura:
Vertice in cui la vela è fissata alla barca; nei fiocchi e nella randa corrisponde all'angolo che verrà a trovarsi più in basso e a pruavia, nello spinnaker è l'angolo in testa al tangone.
Vang:
Il vang è un paranco che collega diagonalmente il boma con l'albero e che aiuta a mantenere basso il boma nelle andature portanti (lasco, gran lasco e fil di ruota). Vi sono vang costituiti da cime e altri rigidi (come, ad esempio, dei veri e propri martinetti idraulici).
Cunningham:
Serve soprattutto nelle imbarcazioni in cui, per motivi di stazza o di armo, diventa impossibile o difficoltoso il movimento della penna della randa, tramite la drizza.
Drizza:
Nella terminologia nautica e in particolare in quella della vela la drizza è una cima o cavo in fibra naturale, sintetica o metallica, utilizzato per issare una vela, o una bandiera, o un albero orizzontale (pennone).
Brancarella:
In marina, maniglia di cavo, incordonata agli orli delle vele, sia per passarvi i cavetti
Amantiglio:
L'amantiglio è una manovra corrente utilizzato sulle navi e sulle barche a vela per sostenere i pennoni o il boma. È collegato alla varea e arriva fino all'albero. La sua funzione è fondamentale quando la vela è ammainata per evitare che le aste orizzontali dell'imbarcazione cadano in coperta.
Lazy bag:
Il Lazy bag protegge la randa, ma innanzitutto mantiene la randa sul boma.
Fiocco:
Il fiocco è una vela triangolare issata tra l'albero più a prua di un'imbarcazione e l'estremità della prua o del bompresso.
Randa:
La randa è una vela armata sull'albero principale (o sull'unico albero) di un'imbarcazione a vela.
Boma:
Il boma, in linguaggio nautico, è una parte dell'attrezzatura velica, costituita da una trave in alluminio, legno o fibra di carbonio che sostiene la base della randa. Il boma è fissato all'albero tramite uno snodo detto trozza che consente al boma di modificare il suo orientamento rispetto all'albero; l'estremità opposta e libera del boma è detta invece varèa. 
 
Al boma possono essere collegati diversi circuiti di regolazione delle vele: 
1) Il tesabase (o base) che viene fissato all'angolo di scotta della vela e regola la tensione della base della randa. 
 
2) La scotta, che di norma collega un punto del boma ad un ancoraggio solido della coperta, regola l'apertura del boma e della vela fissata su di esso rispetto all'asse longitudinale della barca. 
 
3) Il vang, un paranco regolabile che consente di regolare l'inclinazione verticale del boma, modificando la forma della vela. 
 
4) Le borose, una o più cime che consentono di ridurre la dimensione della vela, ovvero terzarolare.
Deriva:
La deriva è un'appendice simile a un'ala collocata perpendicolarmente nella parte più bassa dello scafo di una barca a vela e che dà il nome a una categoria di imbarcazioni a deriva mobile o fissa.
Genoa:
Il genoa è una vela triangolare issata tra l'albero più a prua di un'imbarcazione e l'estremità della prua o del bompresso. Il genoa è del tutto simile al fiocco, con cui condivide la maggior parte delle caratteristiche salienti. La differenza sostanziale è data dalle diverse dimensioni: mentre il fiocco non oltrepassa, con l'angolo di scotta, l'albero verso poppa, il genoa si estende in lunghezza verso poppa, determinando una parziale sovrapposizione tra genoa e randa.
Spinnaker:
Lo spinnaker, in italiano chiamato vela a pallone, fiocco a pallone o anche solo pallone, è una vela triangolare ausiliaria che viene issata quando l'andatura della barca è "portante", quando cioè il vento colpisce la barca al giardinetto o di poppa e quindi nelle andature di lasco e poppa.
Gennaker:
Il gennaker (termine creato dalla fusione di genoa e spinnaker) è una tipologia di vela studiata per essere utilizzata nelle andature portanti, quindi trova il suo impiego nelle andature che vanno dal traverso al gran lasco. È molto simile allo spinnaker ma ha la particolarità di avere una superficie asimmetrica e di non usare il tangone in quanto potrebbe essere fissato (in gergo murato) a un bompresso oppure ad una delfiniera poste a prua.
Tangone:
Il tangone è un'asta usata nelle barche a vela per fornire un punto di mura variabile alla vele di prua (tipicamente spinnaker e gennaker) usate nelle andature portanti (dalla poppa piena o fil di ruota fino al limite del traverso). In alcuni casi (es.andature portanti con venti leggeri) il tangone è usato per spostare fuori-bordo (tangonare) il punto di scotta di una vela di prua con punto di mura fisso (es. un fiocco o un genoa)
29 Giugno 2023