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Gruppo editoriale AMR 
Direttore Ninni Raimondi
 
5 regole d’oro per scegliere l’ancoraggio ideale
 
5 regole d’oro per scegliere l’ancoraggio ideale 
 
Isole Baleari, Luglio uscito dal porto di buon ora, ti godi una lunga veleggiata bordeggiando tra queste isole meravigliose, in solitaria, assieme alla famiglia, oppure con amici.  
Dopo qualche ora di pace la pancia inizia a borbottare e qualcuno ti porge la classica domanda: “Comandante dove ci fermiamo per pranzo?”  
 
Le opzioni a tua disposizione sono tantissime, ma qual è effettivamente la scelta migliore? Scopriamolo insieme con queste 5 regole d’oro! 
 
1 Valuta attentamente le condizioni meteo 
In barca prendere le decisioni in base al meteo è sempre la regola numero uno, che non dovrebbe essere disattesa per nessun motivo.  
Ridosso dal vento: l’ancoraggio migliore sarà sempre quello meglio ridossato dal vento, in modo che questo provenga da terra e non dal mare. Questo consiglio vale tanto più le condizioni sono impegnative, ma anche con un vento leggero in una rada esposta si può creare una fastidiosa risacca.  
Ridosso dal mare: è vero che vento e mare hanno spesso la stessa direzione, ma soprattutto se c’è stato un cambiamento meteorologico nelle ultime ore è possibile che ci sia ancora un residuo di mare morto (o lungo) che entri in baia da una direzione inaspettata. 
 
2 Osserva la forma della baia 
Contorno concavo: prediligi le rade con una bella forma arrotondata, più la rada è profonda maggiormente sarà riparata da vento e mare. 
Dimensione: considera inoltre la dimensione della baia, per la notte sarà opportuno sceglierene una spaziosa con tante possibilità per calare l’ancora lontano da ostacoli e barche, mentre è meglio relegare gli ancoraggi stretti a una veloce sosta bagno.  
Ostacoli: spesso gli ancoraggi che all’apparenza sembrano buoni hanno un collo di bottiglia all’ingresso per la presenza di scogli affioranti. È bene prestare attenzione perché in alta stagione altre barche possono inavvertitamente bloccare la via d’uscita, e può diventare un problema in caso il vento rinforzi. 
Orografia: questo è l’aspetto più complicato perchè non è evidente dalle carte nautiche e viene acquisito solo con l’esperienza diretta. Ci sono baie che grazie alla costa più alta (come una scogliera) proteggono molto di più dal vento, altre che invece creano canali e turbolenze problematiche nella fase di ancoraggio. 
 
3Studia in anticipo la natura del fondale 
Tramite carte e portolani è bene informarsi sulla natura del fondale, perché come saprai alcuni forniscono una presa migliore di altri. Un utile trucchetto che ho imparato in assenza di altre informazioni è dare un’occhiata alla visuale satellitare di Google Maps, che ci da un’idea seppur approssimativa sulla presenza di sabbia. 
 
Pendenza: tieni sempre presente se il fondale degrada rapidamente o dolcemente. Niente di peggio che entrare in un ridosso magnifico e scoprire che ci sono 20 metri sotto la chiglia! Inoltre un fondale che degrada dolcemente consente all’ancora di lavorare in modo ottimale 
Gavitelli: la presenza di gavitelli influenza notevolmente la scelta dell’ancoraggio, sia in positivo perché offre un’alternativa in più, sia in negativo perché limita la lunghezza del calumo in prossimità di un campo boe, visto che le barche che vi sono ormeggiate all’interno saranno ferme sul posto. 
Sabbia: é di gran lunga il miglior tienitore, tanto che dovresti prendere l’abitudine di ancorare sempre sulla sabbia per le soste notturne. Se il fondale è di natura mista chiedi a un membro dell’equipaggio di stare di vedetta a prua per indicarti dove si trovano le chiazze sabbiose. 
Alga e fango: L’alga è teoricamente un discreto tienitore, ma considera che ancorare sulla posidonia è illegale e crea danni gravissimi all’ecosistema marino. Il fango è anch’esso un buon tenitore ma ha un brutto vizio: se l’ancora dovesse spedare si porterebbe con se una zolla, e difficilmente riuscirebbe a fare presa nuovamente nel fondale. 
Rocce: da evitare come la peste, ancora di più quando il vento sale in intensità. Se sei proprio costretto a sostare su questo fondale attrezza un grippiale prima di calare l’ancora. 
 
4Considera la quantità di barche ancorate 
Questo ahimè è un grave detererente a visitare le baie più famose, soprattutto nei mesi centrali dell’estate. La presenza di troppe barche, soprattutto gommoni e charteristi che non conoscono le buone norme, può trasformarsi anche in una situazione spiacevole. Il mio consiglio è riservare gli ancoraggi che generalmente di giorno sono affollati per la sosta notturna, in modo da godertele in santa pace al tramonto (quando la maggior parte della gente rientra in porto) e alla mattina presto. 
 
Bellezza naturalistica: Le rade più belle e celebri sono quelle più trafficate purtroppo. Può essere una buona occasione per privilegiare rade meno conosciute ma che sanno regalare degli scorci inusuali. 
Vicinanza ai porti: più una baia è distante dal primo porto, minore sarà l’affluenza di barchini e day charter 
Scalo di barche turistiche: il classico barcone straripante di turisti, che fa lo slalom tra le barche ancorate a tutta velocità e con la musica a palla.  
Un’autentica disgrazia sbucata dall’inferno per punire i diportisti e la loro presunzione. 
 
5 Non aver paura di ammettere l’errore e cambiare posto 
Questo è un consiglio prezioso che do anche a me stesso. Spesso ancora prima di arrivare nella baia prescelta ci accorgiamo che qualcosa non va, ad esempio il vento ha girato in una direzione non prevista, c’è quel tantino d’onda che potrebbe causare una fastidiosissima risacca, l’acqua è stracolma di meduse oppure c’è una tale concentrazione di barche da fare perdere la pazienza anche a un santo.  
Ecco, in questi casi (anche se fossimo già ancorati da un pezzo) è meglio inghiottire il calice amaro e rivedere la propria scelta, piuttosto che sprecare del tempo in un ridosso poco accogliente.  
 
Come si suol dire, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico! 
 
10 Luglio 2023