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Gruppo editoriale AMR 
Direttore Ninni Raimondi
 
 
 
L’etichetta in mare conta  
di Ninni Raimondi 
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Etichetta in mare: Quello che dovete sapere 
Quali sono le regole meno osservate dal diportista in tema di bandiere ed etichetta? 
L’etichetta navale vera e propria è ben codificata nel caso di navi militari, nel diporto l’etichetta è cosa semplice, corrisponde a formule di cortesia e tradizione marinaresca. 
 
Gli errori più frequenti si individuano nelle bandiere, erroneamente posizionate oppure lasciate a mezza altezza della drizza.  
Le bandiere vanno issate fino al bozzello armato sulla crocetta, o in testa all’asta della bandiera. Altro errore è issare sulla stessa drizza più guidoni sociali, che non vanno mai messi uno sopra l’altro.  
In porto, se l’equipaggio è a bordo, è corretto lasciare la bandiera issata, altrimenti a barca disarmata vanno ammainati i guidoni e la bandiera. 
 
Tender al rimorchio e parabordi appesi, si o no? 
Arrivare all’ormeggio con il tender al rimorchio, è una tradizione British.  
E’ invece un errore di etichetta rimorchiare il tender in navigazione. I parabordi lasciati appesi lungo la fiancata sono un obbrobrio, ma è più una questione di estetica che di marineria: la barca a vela è disegnata per navigare con le murate libere. 
 
Come si saluta un’altra unità in navigazione, bandiere o inchino? 
La nave militare va sempre salutata da tutte le altre unità.  
L’unità da diporto per salutare deve abbassare la propria bandiera a mezz’asta e attendere il transito all’incrocio, la nave militare a sua volta risponde abbassando a mezz’asta la propria bandiera, e passato l’incrocio la issa per prima.  
L’inchino a vela è una manovra alternativa. Si ammaina la drizza del fiocco, si attende il transito della nave maggiore, e dopo si issa nuovamente il fiocco per procedere alla navigazione. 
 
La bandiera con il bicchiere e le cime di ormeggio sulla barca del vicino? 
La bandiera azzurra con il bicchiere bianco è usata per invitare cordialmente gli ospiti a bordo: è una tradizione inglese da cui ereditiamo quasi tutta l’etichetta navale, come la cortesia con altri equipaggi.  
In questo senso, prima di appoggiare le cime di ormeggio sulla murata della barca altrui, si deve chiedere il permesso per salire a bordo. 
 
Ricordate sempre che la tradizione è anche sostanza, dunque etichetta, per cui la cura della barca e seguire le regole marinaresche vanno di pari passo.  
Come dice: “una buona barca fa un buon marinaio”. 
 
Chi meglio rappresenta la tradizione e l’etichetta a bordo? 
Lo Yachting Club de Monaco (www.yacht-club-monaco.mc) ha molta attenzione a tramandare le tradizioni.  
Altri Club come London Royal Ocean Racing Club (www.rorc.org) oppure Yacht Club Costa Smeralda (www.yccs.it) , sono i circoli più attenti.  
Anche io ho sempre cercato di far rispettare l’etichetta. 
 
Oggi la cultura dell’etichetta e dell’arte marinara vengono un po’ trascurati? 
La tradizione dell’etichetta viene spesso abbandonata a sé stessa, i corsi di molte scuole Vela, come anche i corsi per la “patente nautica”, spesso non insegnano più la tradizione dell’alzabandiera.  
Quando ho imparato, da ragazzo, il piacere della Vela, la cultura della bandiera e le regole della marineria erano parte fondamentale del percorso di formazione. 
 
Lo scopo dell’educazione è quello di trasformare gli specchi in finestre, passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo. 
Non dimentichiamo, mai, la buona educazione: Apre molte porte, chiude molte bocche, rende gli occhi più luminosi e si abbina con tutto.
 
4 Agosto 2023