Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie
Gruppo editoriale AMR 
Direttore Ninni Raimondi
 
 
L'Analisi 
E6 del cantiere Elan Yachts 
a cura di Ninni Raimondi
 
 
 
E6 del cantiere Elan Yachts 
 
Portorose in Slovenia, località turistica vicinia al borgo cinquecentesco di Pirano, base per le prove in mare del cantiere Elan.  
Qui avviene la prova dell’E6, il nuovo modello, che segue a distanza di un anno il GT6; due barche di circa 47 piedi che hanno il compito di mostrare al mondo velico il nuovo volto di Elan Yachts. 
Il cantiere, dopo varie vicissitudini, qualche anno fa è stato acquistato dal fondo d’investimento finlandese KJK il quale si è impegnato a fondo per rilanciarlo. L’idea di KJK è di posizionare il marchio Elan sulla parte alta del mercato stabilendo nuovi standard qualitativi. 
 
Questo miglioramento delle barche passa attraverso diversi cambiamenti. Uno dei più importanti è quello di aver introdotto nel team di progettazione la figura del designer puro. A fianco all’inossidabile Rob Humphreys, firma di tutti i modelli Elan degli ultimi 20 anni, oggi ci sono i grandi studi di design che hanno il compito di creare barche inconfondibili e uniche. 
Per il GT6, il compito di creare qualche cosa di nuovo è stato affidato allo studio Porsche, mentre per l’E6 è stato scelto lo studio Pininfarina. 
Se lo studio Porsche ha fatto un ottimo lavoro creando una barca molto bella e vivibile, lo studio Pininfarina, con l’E6, è andato oltre e ha creato qualche cosa che rompe ogni canone. In questo modello non c’è nulla di già visto, ogni linea, ogni forma è nuova e questo sia dentro che fuori la barca. 
 
Il peso e la costruzione della barca 
Seguendo la sua nuova visione, il cantiere non si è fermato all’aspetto estetico della barca che pure è fondamentale, ma è voluto andare oltre e avanzare anche nella tecnica di costruzione, innovandola notevolmente. 
Il miglioramento è partito da un’attenta analisi degli errori commessi nel passato.  
 
Uno di questi era il peso.  
Spesso le barche Elan, una volta finite, avevano pesi lontani da quelli di progetto. Il problema è comune a molti cantieri e tutti, in un modo o in un altro, stanno cercando di risolverlo grazie alla tecnologia. 
Elan ha scelto di farsi guidare da chi di questo problema è uno specialista. Gurit è la più importante azienda di compositi del mondo e dopo aver studiato il progetto, sono loro che hanno indicato quali materiali usare, come usarli e come contenere il peso. 
Lo scafo prodotto è un gioiello di tecnologia. Realizzato completamente in sandwich con core di coracel per l’opera viva e foam per opera morta e coperta, ha in solid solo le zone di sforzo come l’attacco della chiglia, dei timoni e delle prese a mare. 
 
La laminazione è realizzata con la tecnica dell’infusione 3D Vail, ovvero, si infondono in un'unica soluzione lo scafo e le strutture trasversali; questo procedimento rende il laminato più compatto, quindi rigido e solido. 
Una costruzione così sofisticata ha centrato l’obiettivo e la barca terminata corrispondeva al peso di progetto; 11.250 chili ne fanno uno scafo particolarmente leggero e un’intelligente distribuzione dei pesi ha reso la barca più veloce e reattiva. 
L’E6 pesa 250 chili in meno del Grand Soleil 48 e 1.100 chili in meno del Solaris 47, due barche anche esse studiate per fare una crociera molto veloce, fast cruiser concepiti per divertire l’armatore sportivo. 
 
Le linee dello scafo del nuovo E6 del cantiere Elan 
Le forme dello scafo del nuovo Elan E6 sono molto sportive e aggressive, guardandola navigare si percepisce la tecnologia, il design e la capacità di giocare con il vento. 
 
La barca è unica e inconfondibile.  
In porto, non ci sono dubbi; da qualsiasi prospettiva la si osservi, quella è un E6. Per un armatore questa è una caratteristica molto piacevole. Tutti amano possedere qualcosa di unico. 
L’E6 fa venire in mente una navicella spaziale di quelle chi si vedono nei film di fantascienza. L’uso di forme inusuali con disegni di geometrie avveniristiche tendono a dare l’idea di un oggetto che appartiene più al futuro che al presente. 
Sullo scafo troviamo uno spigolo molto alto che svasa molto la poppa e che corre quasi impercettibile sino a prua, per regalare volumi notevoli. 
 
Tutti amano possedere qualcosa di unico 
La bella modanatura del bordo libero incassa tre oblò, di cui quello centrale è più grande, nero e a forma trapezoidale come la modanatura stessa. 
Il baglio massimo importante resiste quasi intatto sino all’estrema poppa, creando una carena molto larga che richiede un timone a doppia pala. 
 
Il piano di coperta dell’E6 
Il piano di coperta si distingue per la tuga molto bassa che dall’esterno viene ulteriormente nascosta alla vista dalla falchetta a capodibanda. La tuga arriva molto avanti lasciando un triangolo di prua piccolo dominato dal calavele. 
Verso poppa la sovrastruttura termina con un elegante garage per il bimini top che ha anche la funzione estetica di delimitare l’ultima area della tuga, quella che si affaccia sul pozzetto. 
I passavanti sono di buone dimensioni e si allargano una volta arrivati a poppa, sulle sedute del timoniere, cosa che rende possibile scendere in pozzetto senza incontrare impedimenti. 
Le aree relax sono due, a prora via e a poppa via dell’albero, entrambe di buone dimensioni, entrambe sgombre da ogni ostacolo. In particolare, nella zona a poppa via dell’albero, i passauomo perfettamente a filo di coperta e tutti i rinvii calandrati lasciano un ampio spazio per sdraiarsi a prendere il sole. 
 
L’unico elemento che non può essere definito di design sono i tientibene di tuga in acciaio; belli, ma tradizionali. 
Lande delle sartie alte e quelle delle sartie basse sono poste a bordo scafo mentre il paterazzo è sdoppiato e i due bracci arrivano ai due angoli del coronamento. 
 
La zona pozzetto della barca 
Il pozzetto è di dimensioni generose e ha una configurazione sportiva con le due panche che convergono verso l’entrata della barca. Sedute e area timoneria sono ben divise e tra il limite delle panche e le colonnine c’è spazio a sufficienza per poter lavorare ai winch di randa e ai rinvii del carrello del trasto. 
Sotto le panche due gavoni di medie dimensioni, mentre a poppa, tra le due ruote c’è uno spazio molto ben congeniato. Questi gavoni generalmente sono costituiti dall’intera zona poppiera dove si trovano i settori delle ruote, quindi i cavi dei frenelli e l’asse del pilota automatico. 
 
Una zona delicata dove riporre oggetti, soprattutto se pesanti e di grandi dimensioni. Inoltre, la loro profondità impone in molte occasioni, di doversi calare al loro interno. 
Elan, per eliminare tutti questi inconvenienti, ha creato una scatola di vetroresina che trasforma questo gavone in un vero e proprio spazio di stivaggio, né più né meno di quelli che si trovano sotto le panche del pozzetto. 
Di lato al portello del gavone ci sono i due poggiapiedi di bolina alzabili. Le colonnine sono di tipo obliquo, ben disegnate, ma forse un po’ troppo industriali nella fattura con la giunta tra la parte superiore e la consolle troppo evidente. 
 
Come nel GT6, le sedute di poppa per il timoniere sono sospese ovvero sembrano non poggiare sul piano di calpestio. Queste panche sono degli optional e una volta ordinate vengono montate in fase di costruzione rendendole inamovibili. 
 
All’estrema poppa, la piattaforma da bagno, come di consueto, è lo stesso specchio di poppa abbattibile, che ha la particolarità di avere due versioni: 
- quella standard, una volta aperta, offre una piattaforma da bagno molto profonda che quando è chiusa sale per trenta centimetri sopra il coronamento, offrendo una maggiore protezione; 
- una versione più bassa e sportiva, aperta, è meno profonda della prima e quando è chiusa arriva a filo del piano di calpestio del pozzetto. 
 
Una soluzione esteticamente più bella, ma che porta alla rinuncia di una buona parte della piattaforma che ormai è uno dei punti focali della barca quando si è in rada. 
 
L’attrezzatura di coperta e il piano velico 
L’albero di 23,26 metri è sostenuto da due ordini di crocette acquartierate. Lo strallo di prua inferisce a circa 9/10 dell’altezza dell’albero, mentre come abbiamo scritto il paterazzo è sdoppiato. Le sartie alte arrivano direttamente alle lande sul ponte, mentre quelle medie si fermano al primo ordine di crocette demandando alle prime il compito di scaricare in chiglia attraverso lo scafo. 
Il piano velico di 122 metri quadri – randa + genoa - è gestito da sei winch di cui due per la randa che ha il circuito alla tedesca, due per il genoa a centro pozzetto e due per i rinvii in tuga, classica configurazione da performance. 
A prua troviamo una lunga delfiniera che risulterà molto utile per l’uso delle vele da portante e il code 0. La delfiniera ospita anche il musone dell’ancora. 
 
Il boma non è tra i più bassi, si alza per circa un metro e quaranta sopra la tuga e potrebbe risultare faticoso lavorarci. Di contro un boma così alto libera una zona molto importante per il relax in rada. 
Il genoa che è un 106% è servito da due rotaie corte molto bene addossate alla tuga. Il winch dedicato a questa vela può farsi carico anche del paranchetto che regola il carrello del punto di scotta. 
 
Come è andata la prova in mare dell’Elan E6 
L’E6, come abbiamo detto, ha un peso di 11.250 chili con una zavorra di piombo di 3.267 chili, circa il 30%. La stabilità della barca è garantita sia dal peso della chiglia sia dallo scafo molto largo che offre una certa resistenza allo sbandamento. 
Come barca leggera e molto ben bilanciata ha una sensibilità elevata ai cambi d’intensità di vento e risulta molto divertente riuscendo a sfruttare anche scarti di frazione di nodo. Entra in portanza rapidamente e risponde subito ai comandi, ma di contro, proprio perché leggera, non perdona gli errori. 
Di bolina, una distrazione, un ritardo nella risposta alla raffica e la barca si alza e decelera rapidamente, per poi tornare a ritrovare la sua velocità altrettanto rapidamente. 
 
Una barca come questa merita di spendere sulle vele.  
Non ha senso comprare un performance e armarlo con vele di cantiere. Il modello da noi provato era armato con un set di vele One Sail della serie Forte. 
Le poche volte che il vento è salito sopra gli 8 nodi mentre navigavamo di bolina, la barca ha risposto sbandando. La sensazione di sicurezza e stabilità che restituisce è notevole, ma lo sbandamento è rapido il che divertirà molto chi ha pratica di vela e lascerà invece un po’ interdetto chi si trova alle prime armi. 
La doppia pala regala controllo completo in ogni condizione, il timone è sempre morbido e la barca segue i suoi movimenti dolcemente. 
 
Gli interni dell’Elan E6 
Già dall’esterno si nota un tambuccio del tipo corto. Oggi, soprattutto le barche da crociera usano dei tambucci lunghi per poter addolcire l’angolo di discesa della scala e permettere agli ospiti di scendere faccia avanti. 
L’E6 è una barca pensata per la navigazione di altura e qui il fatto di scendere la scaletta guardando avanti non è contemplato. 
 
Qui il fatto di scendere la scaletta guardando avanti non è contemplato 
Per quanto l’inclinazione della scaletta sia tradizionale, il suo stile è decisamente innovativo e fa parte di quei tanti elementi di design che ?caratterizzano questa barca e caratterizzeranno tutta la futura produzione Elan. 
 
La grande dinette dell’Elan E6. Si noti la totale assenza di spigoli e la bellezza del celetto 
Entrando, si nota subito che qui, al contrario di quanto accade su quasi tutte le barche, non si tenta di nascondere il controstampo, anzi lo si esalta, lo si usa come motivo di arredamento sfruttando le duttili possibilità della vetroresina. 
 
L’altro elemento che sorprende è l’originalità del disegno dei mobili e la loro fattura. Il primo dettaglio che colpisce è la totale assenza di spigoli. Tutti i mobili sono stondati, rifiniti con modanature da diversi raggi di curvatura che danno molto movimento a questi interni che sorprendono. 
Si noti ad esempio il divano addossato alla paratia centrale. Il suo frontale in legno ha un disegno molto originale che viene seguito dalla cuscineria, creando un movimento molto piacevole da seguire e che invita l’occhio a scoprire lo spazio che nasconde il tavolo da carteggio ribaltabile. 
La cucina si integra perfettamente nel dialogo stilistico della barca e offre un piano di lavoro particolarmente grande per essere quello di un performance. 
Le cabine di poppa sono gemelle e di adeguate dimensioni. È interessante notare la ventilazione della cabina. Sempre più cantieri stanno togliendo dalle cabine di poppa l’oblò che si apre verso l’alto, per spostarlo sulla caduta della panca del pozzetto, ma in questo modo l’areazione della cabina è fortemente limitata perché non c’è mai esposizione diretta al vento. 
 
Nell’E6 invece, un oblò alto ricavato sulla tuga, opposto a uno più in basso che si apre sul pozzetto, dovrebbero garantire una buona ventilazione anche nelle notti più calde. 
 
La cabina armatoriale a prua, particolarmente grande e bella 
Molto bella la cabina armatoriale che gode dell’abilità dello studio Pininfarina di creare uno spigolo destinato ad aumentare i volumi della parte bassa della prua e di tutta la barca senza che questo sia così evidente da dare fastidio allo sguardo. 
In questo spazio il letto è centrale e il materasso poggia su di una piattaforma dal disegno molto interessante che funge sia da sedile sia da comodino. Per sfruttare al meglio i volumi interni, la cabina di prua è molto avanzata e la sua parte terminale si restringe in modo evidente. Naturalmente, il letto molto largo nella parte che guarda la porta, diventa più stretto nella zona prodiera. 
I bagni sono sempre due al di là del layout prescelto. Nella versione armatoriale a tre cabine, i bagni di prua e di poppa sono entrambi molto grandi e dispongono di un box doccia molto bello. 
 
Nella seconda versione, la quarta cabina è a letti a castello e si ricava riducendo le dimensioni della cabina di prua e del suo bagno che ora servirà entrambe le cabine. 
 
Conclusioni 
È evidente da quello che abbiamo scritto che questa barca ci è piaciuta molto. Purtroppo, non abbiamo potuto provarla al meglio delle sue possibilità, tuttavia abbiamo maturato la convinzione che si tratti di un prodotto innovativo, con molto spirito italiano al suo interno. 
 
Abbiamo maturato la convinzione che si tratti di un prodotto innovativo 
Una barca destinata all’armatore con esperienza che vuole divertirsi a vela. Una persona che ami la comodità e la bellezza, che alla sua barca chieda tecnologia e stile. Una persona per la quale nutriamo un po’ di sana invidia. 
 
8 Agosto 2023