Si avvisano i lettori che questo sito si serve dei cookie per fornire servizi e per effettuare analisi statistiche completamente anonime. Pertanto proseguendo con la navigazione si presta il consenso all' uso dei cookie
Gruppo editoriale AMR 
Direttore Ninni Raimondi
 
 
L'Analisi 
Azuree 41  
a cura di Ninni Raimondi
 
 
 
Azuree 41  
 
L’Azuree 41 è il secondo modello disegnato da Rob Humphreys realizzato dal cantiere turco Sirena Marine. La barca è un perfor- mance particolarmente elegante. Le sue forme prendono origine da quelle già stu- 
diate per l’Azuree 46 e mettono in evidenza la profes- sionalità del designer inglese perché non somigliano a nessuna altra sua creazione. Humphreys, che ri- cordiamo essere anche il disegnatore delle gamme del cantiere sloveno Elan e di quella della Oyster, ol- tre a essere autore di innumerevoli superyacht, è ri- uscito a creare uno stile Sirena Marine. Uno stile che si contraddistingue per la finestratura laterale della tuga a occhio di gatto. 
Oltre allo stile, il designer è riuscito a interpretare la volontà del cantiere di creare una barca di catego- ria superiore che si ponga come ponte fra la produ- zione industriale dei grandi cantieri di serie e quella artigianale dei cantieri di grande qualità. In tal modo vengono miscelati elementi di entrambi i mondi per realizzare un prodotto di alto livello con un prezzo che, se pur più elevato di quello offerto dai grandi cantieri di serie, non arriva ai livelli dei prezzi del- le barche dei cantieri artigianali. Come vedremo, la barca presenta una tecnica di costruzione propria dei cantieri semi custom di alta qualità, come le pa- ratie in composito stratificate per l’intero perimetro allo scafo, ed elementi tipici dei cantieri di serie, come l’uso di alcuni controstampi. 
 
Prototipo 
Per capire meglio questa prova bisogna tenere pre- sente che la barca che ci è stata messa a dispo- sizione è il primo esemplare realizzato, quello che in genere i cantieri chiamano prototipo. Molti dei problemi rilevati durante la prova erano già a cono- scenza del cantiere che, oltre a essersi dimostrato ricettivo verso informazioni che possano contribuire a migliorare il prodotto, ci ha assicurato che sta già provvedendo alle dovute modifiche delle imperfezio- ni rilevate. Questo farà si che sugli esemplari di serie tali problemi non saranno presenti. A conferma di ciò ci sono state inviate le fotografie che confermano le avvenute migliorie di alcuni punti da noi segnalati. 
 
Marina Cala dei Medici 
Siamo venuti a provare l’Azuree 41 a Marina Cala dei Medici, il bel marina che si apre sulla costa di Rosignano in Toscana a poche miglia di distanza dall’Elba e dalla Capraia. La giornata di fine febbraio è particolarmente bella anche se il vento, quando arriviamo, sembra latitare. L’esemplare che ci viene fatto provare è il Tangaroa, barca divenuta famosa perché appartiene a un velista professionista noto a livello internazionale che tiene molto alla sua privacy. Sul Tangaroa, l’armatore ha voluto lo specchio di poppa abbattibile che diventa piattaforma da ba- gno, un optional che acquistano tutti, e le sedute del timoniere di poppa. Queste sono amovibili e conten- gono un grande gavone che si aggiunge ai numerosi già presenti a bordo. Specchio di poppa e sedute poppiere amovibili (entrambi optionals), quando vengono tolti, permettono di alleggerire molto la barca nel caso si voglia fare regata. Una cosa che si nota subito guardando la barca, è la disposizione dei winch. L’Azuree 41 non cerca compromessi, è un cruiser-racer che vuole bene interpretare le sue due anime, comodità e competizione. L’attrezzatura di coperta tiene conto di queste due esigenze, quindi i winch sono disposti in modo classico con i due di genoa al centro dei paramare del pozzetto, lontani dal timoniere, ma comodi per un equipaggio in re- gata. Le timonerie sono della Jefa su colonnine oblique e, come vedremo in prova, rimangono leggere in ogni condizione di vento e di assetto della barca. Ogni ruota comanda una pala grazie a un settore con frenelli, le due ruote sono sincronizzate fra loro con un tubo registrabile che congiunge i due assi. A proravia della zona timoneria ci sono le due panche del pozzetto protette da alti paramare, al centro di que- sti troviamo una tasca portaoggetti, un particolare in voga negli anni Ottanta e Novanta, che noi troviamo essere pratica e comoda anche perchè Humphreys è riuscito a renderla piacevole anche dal punto di vista estetico, un ritorno che siamo certi ritrovere- mo presto su altre barche. Al centro del pozzetto un tavolo di tek a due ante abbattibili con struttura di sostegno in acciaio.  
 
La chiusura dell’ingresso della barca è a baionetta, mentre il tambuccio è a scor- rere in plexiglass. Durante la prova abbiamo notato, dopo aver bagnato la barca, che l’acqua che scorre sopra il tambuccio gocciola sotto coperta, il che de- nuncia un problema negli scoli laterali (il cantiere sta risolvendo il problema). Di fianco al tambuccio, due oblò che guardano nelle cabine di poppa, questi, al contrario di quelli che si trovano sul ponte che sono a filo coperta, hanno la cornice di alluminio nero e sono incassati. I due non danno alcun problema, ma esteticamente non si raccordano con gli altri. Sulla tuga, intorno al tambuccio, il garage dello sprayho- od, un recesso dove rientra la struttura dello stesso quando è chiuso. 
I corridoi laterali sono sufficientemente larghi per transitare da poppa a prua senza problemi. Abbiamo apprezzato che questi rimangono larghi anche all’e- strema poppa permettendo di muoversi facilmente in fase di ormeggio. La tuga è stondata, liscia sui lati e piatta con un buon antisdrucciolo al centro. La parte centrale di questa è calandrata per poter far passare i rinvii dell’albero verso poppa senza che questi costituiscano un intralcio e creare una buona zona libera per il relax. 
In tuga ci sono diversi passauomo a filo coperta, fra i quali i due centrali che guardano in dinette e che si aprono in direzioni opposte. Questo permette di ave- re sempre un passauomo aperto al vento e aumen- tare considerevolmente il flusso d’aria sottocoperta. A prua un ampio triangolo libero dove si può lavo- rare comodamente sia alle vele di prua, sia in fase di alaggio e varo dell’ancora. Qui si ha un gavone calavele di dimensioni sorprendenti, non ricordiamo d’aver ancora visto un 41 piedi con un gavone così grande. Al suo interno possono entrare comoda- mente tutti i sacchi vela in regata, o tutti i parabordi oltre ad altro materiale. Grande e profondo, questo gavone ha una scala a pioli per scendervi. 
Tanto grande è il calavele, tanto piccola è la bocca del pozzo dell’ancora. Una bocca troppo piccola per intervenire in caso di problemi sulla catena o, ancora peggio, al tamburo dell’avvolgitore che si trova sotto coperta. Fatto presente al cantiere, questo, qualche giorno dopo che abbiamo effettuato la prova, ci ha fatto pervenire una fotografia dove si mostra la so- luzione adottata al problema. Si tratta di un portello che mette in comunicazione il calavele con il poz- zo delle ancore, una soluzione intelligente che per- metterà di lavorare al tamburo dell’avvolgitore nella massima comodità possibile. 
 
Come naviga 
Siamo usciti in mare con 5/6 nodi di vento, il che ci lasciava poca speranza di capire come andasse la si affaccia sulla plancetta di poppa, da qui, l’autogonfiabile può essere trascinato sulla plancetta e gettato in mare senza bisogno di alzar- lo. Un sistema ottimo 
Tutti i passauomo in tuga sono a filo coperta, quelli vicino al tambuccio sono di tipo tradiziona- le con la cornice in alluminio. Anche se tecnicamente ciò non comporta problemi, esteticamente non funziona. Fortunatamente quando avevamo rinunciato e iniziato ad ammainare le vele, il vento si è alzato rag- giungendo lentamente i 12 nodi di reale. Questo ci ha permesso di provare la barca in modo completo. La prima cosa che ci ha colpito è stata la stabilità di rotta dell’imbarcazione; con appena più di 12,5 nodi di vento apparente a 60°, l’Azuree 41 faceva 7,9/8 nodi con una carena decisamente sporca. Lasciato il timone, la barca ha continuato la sua rotta senza accennare a perderla per oltre dieci minuti e se non l’avessimo ripresa probabilmente avrebbe continua- to così. Abbiamo fatto la medesima prova al lasco e lo stesso la barca camminava da sola, anche se, in 
Il vero punto forte di questa barca è la sua costruzione, una barca completamente strutturale dove tutte le paratie in composito sono stratificate per l’intero perimetro allo scafo, sistema caratteristico delle barche di alta qualità 
La bocca del pozzo delle ancore è troppo piccola, lavo- rare alla catena o, ancora peggio, al tamburo dell’av- volgifiocco è difficile. Il can- tiere ci ha dimostrato di aver già risolto il problema c 
 
Gli scoli del tambuccio non svolgono a dovere il loro lavoro. Quando abbiamo bagnato il tambuccio da questo è caduta un po’ d’acqua all’interno.  
L’unica cosa che ci ha lasciato un po’ perplessi è il passaggio della randa (steccata con un allunamento medio) al paterazzo: con poco vento la vela si è rifiu- tata di passare e ci ha costretto a mollare il paterazzo per farla scavallare. C’è da dire che la vela era stata fatta realizzare dall’armatore, che ricordiamo essere un noto velista internazionale, alla North Sail e non si trattava di una vela di serie. Il problema potrebbe essere risolto rinunciando al paterazzo sdoppiato e passando al doppio paterazzo, o facendo tagliare la vela con un minor allunamento
 
8 Agosto 2023