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Gruppo editoriale AMR 
Direttore Ninni Raimondi
 
Global Solo Challenge: Realizzare un sogno 
di Ninni Raimondi
 
Global Solo Challenge: Realizzare un sogno 
 
Giro del mondo 
In solitaria 
Senza scalo 
 
 
 
 
 
Per comprendere di più 
Cosa sono le onde anomale e con che frequenza si verificano? 
Le onde anomale, chiamate anche onde estreme o anormali, sono onde impreviste e estremamente grandi che possono verificarsi in mare aperto. Possono raggiungere altezze fino a 30 metri o più e possono essere estremamente pericolose per ogni tipo di imbarcazione e marinaio. 
Le onde anomali si formano a causa di un fenomeno noto come interferenza costruttiva che si verifica quando due o più onde si incontrano e le loro creste (il punto più alto di un’onda) si allineano, causando l’aumento dell’altezza dell’onda. Ciò può accadere con onde generate da diverse fonti, come vento e correnti, o con onde che viaggiano su lunghe distanze e lunghezze d’onda simili. 
 
Le onde anomale possono anche formarsi quando un’onda grande incontra un ostacolo, come un barriera corallina o un fondale in salita, e l’energia dell’onda viene riflessa su se stessa, causando l’aumento dell’altezza dell’onda e creandone una grande e ripida che può essere difficile da gestire anche per una nave. 
 
La frequenza delle onde anomale non è ben compresa ed è difficile da prevedere. Si tratta di eventi rari che possono verificarsi in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, causati come detto da una combinazione di fattori come vento, correnti e profondità dell’acqua. Tuttavia, è più probabile che si verifichino in aree con venti e correnti forti, come nei Quaranta Ruggenti nei Cinquanta Urlanti e negli oceani Atlantico settentrionale e Pacifico settentrionale. 
L’altezza media delle onde nei Quaranta Ruggenti e nei Cinquanta Urlanti può variare a seconda della posizione e delle condizioni meteorologiche. In generale, queste latitudini sono note per avere venti forti e mare spesso molto formato. 
 
L’altezza media dell’onda a latitudini superiori ai 40° Sud è generalmente tra 4 e 6 metri in mare aperto. Tuttavia, queste onde possono raggiungere altezze molto maggiori in alcune aree e durante determinate condizioni meteorologiche. Ad esempio, durante una tempesta, le onde possono raggiungere altezze di 10-15 metri o più con creste frangenti e masse di schiuma che si vaporizzano nella direzione del vento. 
È importante notare che queste sono solo stime generali e l’altezza effettiva dell’onda può variare notevolmente a seconda di molti fattori come velocità e direzione del vento, profondità dell’acqua e periodo dell’anno. Tuttavia, non è difficile dedurne che durante le tempeste più violente, dopo il passaggio del fronte freddo, il treno delle onde generato dai venti di nord-ovest si incrocia con il nuovo moto di onde dal sud-ovest. L’interferenza costruttiva implica che in queste circostanze potrebbero bastare solo due creste d’onda perfettamente sovrapposte temporalmente per formare un’onda anomala. In condizioni meteorologiche estreme e durante violente tempeste la loro formazione non deve essere considerata del tutto imprevedibile. 
 
I pericoli delle onde anomali sono molti 
Possono capovolgere le barche a vela e persino grandi navi, danneggiare l’equipaggiamento di bordo e causare feriti o morti. Rendono difficile la navigazione e rendono difficile conoscere l’esito di un incontro con questo fenomeno estremo. Inoltre, la repentinità e l’imprevedibilità delle onde anomale le rendono particolarmente insidiose, poiché possono sorprendere i navigatori senza lasciare loro tempo per reagire. 
 
 
 
 
I Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti? 
I Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti (Roaring Forties e Furious Fifties) sono termini utilizzati per descrivere i venti occidentali intensi che soffiano attraverso l’emisfero australe, tra le latitudini di 40 e 50 gradi. Questi venti sono conosciuti per la loro forza e costanza, rendendoli un fenomeno meteorologico cruciale durante la navigazione negli oceani australi e per gli skipper della Global Solo Challenge. 
 
I Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti sono causati dalla combinazione della rotazione della Terra e della mancanza di masse terrestri nell’emisfero australe a queste latitudini. La rotazione della Terra fa sì che i venti soffino verso est, mentre la mancanza di masse terrestri consente loro di acquisire velocità e forza. Questi venti possono raggiungere velocità superiori a 100 km/h e formano mare grosse ed enormi onde. 
I termini “Roaring Forties” e “Furious Fifties” sono stati utilizzati per la prima volta dai marinai nel XIX secolo durante le navigazioni nei mari del sud in riferimento al rumore forte prodotto dal vento mentre soffiava sulla superficie del mare e contro le vele e l’attrezzatura delle navi. 
 
Questi venti possono essere imprevedibili e pericolosi, i marinai devono essere ben preparati ed esperti per affrontarli in modo sicuro. Venti forti e mari agitati possono causare danni alle barche e all’attrezzatura, i marinai devono prepararsi per la possibilità di capovolgimenti o gravi incidenti in aree remote. 
Nonostante le difficoltà, navigare nei Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti può essere anche un’esperienza emozionante e gratificante. I venti forti e le onde grandi offrono condizioni di navigazione uniche per i velisti e la sensazione di aver superato questi luoghi è insuperabile. 
 
Per navigare in sicurezza nei Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti occorre una attenta pianificazione e preparazione.  
 
 
 
 
Ad esempio: 
Verificare e mantenere in buone condizioni tutte le attrezzature, compresi le vele e gli strumenti di navigazione della barca. 
Allenarsi in condizioni meteorologiche difficili prima della partenza. 
Conoscere i modelli meteorologici e avere un piano B in caso di cambiamenti inaspettati delle condizioni. 
Portare abbastanza scorte e attrezzature di emergenza per la durata prevista della circumnavigazione sulla propria barca. 
Avere un mezzo di comunicazione con il mondo esterno in caso di emergenza. 
 
I navigatori dovrebbero anche familiarizzare con i sistemi meteorologici prevalenti e la presenza stagionale di ghiaccio alla deriva. Ciò aiuterà a pianificare un percorso ottimale in relazione ai venti e ai limiti di navigazione stabiliti dagli organizzatori della Global Solo Challenge. 
La temperatura dell’acqua tipica in estate nei Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti può variare a seconda della posizione specifica e delle correnti oceaniche. In generale, l’acqua in queste regioni è relativamente fredda a causa dell’influenza della Corrente Circumpolare Antartica, che scorre intorno all’Antartide e mantiene bassa la temperatura dell’acqua. 
 
Nell’Oceano Australe, dove si parla di Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti, la temperatura dell’acqua può variare da circa 5 a 10 gradi Celsius nei mesi estivi. Questo è significativamente più freddo rispetto alla temperatura dell’acqua nelle regioni tropicali o subtropicali e può presentare una sfida aggiuntiva per i navigatori che non sono adeguatamente preparati per il freddo. 
 
E’ anche importante notare che, sebbene l’estate tenda ad essere la stagione più stabile con meno tempeste, la temperatura dell’acqua può scendere significativamente dopo il passaggio di un fronte freddo associato a profonde depressioni, con venti freddi e acqua sospinta direttamente dall’Antartide. Navigando nei Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti, bisogna essere preparati per l’acqua fredda con abbigliamento e attrezzature appropriate e essere consapevoli del potenziale rischio di ipotermia. 
 
Navigare nei Quaranta Ruggenti e i Cinquanta Urlanti non è per i deboli di cuore. Richiede preparazione, abilità e esperienza. Ma per chi è all’altezza della sfida, può essere un’esperienza emozionante e gratificante. Per i navigatori oceanici, è importante prendere le precauzioni necessarie e essere ben preparati per la navigazione che li attende. Con la giusta mentalità, navigare nei Roaring Forties e Furious Fifties può essere un’esperienza unica nella vita. 
 
 
 
 
Due grandi uomini, il giro del mondo: destini paralleli 
Quando ho saputo del lancio della Global Solo Challenge (GSC) con il suo formato innovativo in cui si privilegia l’uso di imbarcazioni già esistenti e non appartenenti ad una classe specifica, sono andato a ricercare i disegni delle imbarcazioni usate dai pionieri delle regate intorno al mondo. Ho ritrovato nella mia libreria “del mare” il diario di bordo di Sir Francis Chichester, “Gipsy Moth. Il giro del mondo a vela”. Nel 1967 Chichester completò per la prima volta il giro del mondo a vela, in solitario, con un solo scalo, passando per i tre grandi capi, in nove mesi ed un giorno. Per trovare l’appendice III dell’edizione italiana dove è illustrato il piano velico del Gipsy Moth IV, mi sono imbattuto in un capitolo scritto dalla moglie Sheila Chichester.  
A volte, accanto ad un grande uomo, c’è una grande donna. 
 
Il racconto di Sheila Chichester mi ha suggerito un parallelismo tra due grandi uomini, due navigatori che hanno scritto la storia della marineria: Francis Drake e Francis Chichester. 
Sheila, per affrontare la lontananza del marito durante le navigazioni in solitario e credendo fermamente nella forza del pensiero positivo e della preghiera, aveva fatto stampare dei cartoncini per amici e conoscenti con la preghiera attribuita a Drake.  
Questa preghiera è un invito non solo per gli scopritori dell’ignoto ma per tutti a superare i propri limiti e “spostare gli orizzonti delle nostre speranze”. 
 
Ma chi erano Sir Francis Drake e Sir Francis Chichester e cosa li accomuna? 
 
Entrambi i navigatori si chiamano di primo nome Francis, sono nati in Inghilterra, sono di umili origini e fin da giovanissimi erano dei grandi viaggiatori. 
Drake nasce nel 1540 circa da una famiglia di agricoltori. Maggiore di dodici figli, a tredici anni si imbarca su una nave mercantile e solo nove anni dopo, prende il comando di una nave nel Mar del Nord. La sua fama di “Dragone” dei mari, come suggerisce il suo cognome, dilaga presto dopo l’attacco di Cadice e le incursioni in America del Sud e Caraibi. Francis fa suo il motto latino “sic parvis, magna”, per accentuare che, nonostante le sue umili origini, si sente destinato a grandi imprese. 
Chichester nasce nel 1901 nell’umile famiglia di un pastore anglicano e, a causa delle ristrettezze in cui vivevano i genitori, passa tutta l’infanzia in collegio. Conclude gli studi alla fine della Prima Guerra mondiale e si trasferisce in Nuova Zelanda in cerca di fortuna. Prende il brevetto di pilota e crea una prospera azienda. Ma ancora una volta gli eventi mondiali gli sono contrari e la Grande Depressione lo costringe a rientrare in patria. Ritira un aereo con cui vorrebbe volare dall’Inghilterra alla Nuova Zelanda e da lì inizia la sua passione per i record di traversata in aereo in solitario. Ottiene vari riconoscimenti e brevetta soluzioni innovative per trovare la posizione in volo, ispirandosi alle tecniche di navigazione via mare. 
 
 
 
 
Il giro del mondo di Francis Drake 
Francis Drake è ricordato per essere stato il primo inglese ad aver compiuto il giro del mondo (a tappe ed in equipaggio). Visti i successi ottenuti contro la flotta spagnola, la regina Elisabetta I recluta Drake tra i suoi Sea Dogs. Con la famosa “lettera di corsa” la regina autorizzava questi pirati istituzionalizzati a saccheggiare le navi di re Filippo II di Spagna e portare il bottino in patria. Nel 1577 la regina manda Drake a saccheggiare le coste sudamericane nel Pacifico, in mano agli spagnoli. Una flotta di quattro navi parte da Plymouth ma, dopo lo stretto di Magellano, solo Drake con la nave ammiraglia, la Golden Hind, prosegue il viaggio. Drake risale la costa sudamericana verso nord ma i dettagli del viaggio restano nebulosi perché la regina al ritorno ordina che tutti i diari restino segreti e ai partecipanti impone il silenzio, pena la morte. Sembra che Drake, dopo aver saccheggiato Valparaíso, si dirige verso nord in cerca del famoso passaggio a nord-ovest ma non lo trova. Ripara verso sud, nel nord della California che rivendica come possedimento inglese con il nome di Nuova Albione per preparare le navi al resto del viaggio. Si dirige poi verso sud ovest, arrivando alle Molucche, nell’arcipelago malese, e fa incetta di spezie pregiate come chiodi di garofano, noce moscata e macis che avevano sia uno scopo alimentare di conservazione sia uso medico e cosmetico. Prua verso il sud Africa, Drake compie varie tappe fino al ritorno a Londra tre anni dopo, nel settembre 1580. 
 
Quasi quattro secoli dopo, il giro del mondo di Francis Chichester è molto più rapido e lineare. Si parla di un’epoca in cui la navigazione non era più soltanto una questione commerciale ma era diventata un vero sport, soprattutto per i marinai inglesi e francesi. 
Dopo la passione per il volo, Chichester convoglia il suo spirito competitivo nella navigazione a vela. Vince nel 1960 la prima Ostar, traversata atlantica in solitario che organizza e a cui partecipa. Nel 1964 la ripete arrivando secondo, ma Chichester vuole spingersi oltre. Per un aviatore e navigatore gli orizzonti non sono mai abbastanza lontani. A quasi 65 anni, il 27 agosto 1966, parte da Plymouth a bordo del Gypsy Moth IV, un’imbarcazione di 16 metri, verso l’ignoto. Compie la prima circumnavigazione in solitario, passando per i tre grandi capi (Buona Speranza, Leeuwin ed Horn) con una sola sosta a Sydney. Dopo nove mesi ed un giorno di navigazione, viene accolto come un eroe al ritorno in Inghilterra. 
 
 
 
 
Due regine per due navigatori 
Dopo il giro del mondo, nel 1581 Francis Drake viene nominato cavaliere dalla regina Elisabetta I e ottiene la carica di sindaco di Plymouth. 
Quattro secoli dopo, nel 1967, con un singolare caso di omonimia, un’altra regina, Elisabetta II nomina Chichester “Sir”, utilizzando la stessa spada che aveva celebrato Drake. 
 
 
Lo spirito dell’avventura 
Singolari sono i parallelismi nella vita di questi due uomini, ma la parte più rilevante credo sia proprio la molla che li ha spinti, ognuno nella propria epoca e con diverse modalità, ad osare, a spingersi oltre i confini conosciuti e oltre i propri limiti per lo spirito dell’avventura e la sete di scoperta dell’ignoto. 
 
Riporto la preghiera attribuita a Sir Francis Drake (1577), dedicata ai navigatori e a tutti i sognatori: 
"Disturbaci Signore, 
quando siamo troppo compiaciuti di noi stessi, quando i nostri sogni si sono avverati  
perché´ abbiamo sognato troppo poco, 
quando siamo arrivati sani e salvi perché´ abbiamo navigato troppo vicino alla costa. 
 
Disturbaci Signore, 
quando con l’abbondanza dei beni che possediamo abbiamo perso la nostra sete per le acque della vita; 
essendoci innamorati della vita abbiamo smesso di sognare l’eternità 
e sforzandoci di costruire una nuova terra abbiamo permesso che la nostra visione del nuovo Cielo svanisse. 
 
Disturbaci Signore, 
per osare con più audacia, per avventurarci nei mari più aperti,  
dove le tempeste ci mostreranno la tua signoria,  
dove perdendo di vista la terra, potremo trovare le stelle. 
 
Ti chiediamo di far indietreggiare 
gli orizzonti delle nostre speranze; 
e di farci entrare nel futuro 
con forza, coraggio, speranza e amore.” 
 
Dedico la preghiera di Drake a tutti i sognatori e agli skipper della GSC che molleranno gli ormeggi per il loro giro del mondo e mi auguro ispiri tutti noi ad affrontare “con forza, coraggio, speranza e amore” il futuro. 
 
 
 
 
Global Solo Challenge: in 20 per il giro del mondo riservato ai non professionisti 
Partenze scaglionate per la Global Solo Challenge dal 26 agosto al 6 gennaio, in base alle performance della barca, arrivo in tempo reale: questa la formula della regata ideata da Marco Nannini 
C’è spazio, nell’era delle barche foil e dei giri del mondo in 70 giorni, per un’altra corsa intorno al mondo, aperta anche ai non professionisti, e con barche dai 32 ai 60 piedi? 
 
Secondo Marco Nannini, velista con un passato in Oceano e un giro del mondo portato a termine, ideatore della Global Solo Challenge, la risposta è sì. 
E i numeri sembrano dargli ragione dato che per la prima edizione della Global Solo Challenge è riuscito a radunare una flotta di 20 skipper, che partiranno da La Coruna, in Spagna, per poi doppiare i classici tre Capi, Buona Speranza, Leeuwin e Horn prima di ritornare al porto di partenza. 
 
La particolarità di questa regata è che, pur con barche diverse, si correrà in tempo reale. le partenze saranno scaglionate: tra il 26 agosto 2023 e il 6 gennaio 2024, a ogni barca verrà assegnata una data di partenza in base alla lunghezza e alla stima sulle prestazioni. 
Partiranno per prime le barche più piccole e lente, e nelle altre partenze via via quelle più veloci.  
L’arrivo quindi, considerato l’abbuono di tempo iniziale, sarà in tempo reale, il primo che giunge al traguardo ha vinto. 
 
Chi partirà per ultimo dovrà fare valere le doti di velocità della propria barca per recuperare terreno. Le barche ammesse sono state scelte in rispetto di alcuni criteri di sicurezza stabiliti dal regolamento dalla giuria, riguardanti l’armo, la costruzione, le capacità di raddrizzamento e numerosi altri parametri. 
Tra i 20 iscritti ci sono anche due italiani. Uno è Alessandro Tosetti da Torino, 63 anni, che regaterà su un ULDB del 2002. L’altro è Riccardo Tosetto, da Cittadella, che invece sarà a bordo di un Class 40; partiranno entrambi il 28 ottobre. Tra le imbarcazioni iscritte ci sono anche alcuni Open 50 e 60, che promettono di essere le più veloci della flotta. 
 
Il sistema della GSC non tiene tanto conto delle condizioni meteo differenti che possono incontrare i concorrenti a distanza di tanto tempo da una partenza e l’altra, ma in fin dei conti prima di essere una regata è un’avventura. 
Ed è anche un modo per dare la possibilità a velisti non professionisti, e con budget ridotti, di realizzare il sogno di una circumnavigazione del globo all’interno di un evento organizzato e con le tutele del caso. 
 
A proposito di budget, il regolamento scoraggia fortemente le barche di nuova costruzione, proprio per far sì che questa resti una regata dai costi bassi.  
 
 
 
 
Un evento che può avere futuro? 
Difficile dirlo da subito, ma è una regata da seguire con interesse perché porta alla ribalta non i super velisti delle classi professionistiche, ma una volta tanto anche i velisti “normali” che inseguono un sogno. 
24 Febbraio 2023